Delitto Garlasco, perché lo scontrino del parcheggio potrebbe far cadere l’alibi di Sempio?

Andrea Sempio indagato per il delitto di Garlasco

Un sussurro sfuggito tra le mura domestiche potrebbe far crollare l’alibi di Andrea Sempio, il 37enne nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007.

Un’intercettazione inedita, pubblicata dal quotidiano Il Tempo, riporta una conversazione tra Sempio e suo padre, registrata dai carabinieri alle 19:05:45 del 10 febbraio 2017, subito dopo l’interrogatorio di garanzia.

Al centro del dialogo, lo scontrino del parcheggio di Vigevano, prova chiave per dimostrare la sua innocenza. Ma ora, quella prova vacilla.

L’intercettazione shock

Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima. Io ho detto che l’abbiamo trovato dopo essere stato sentito, già la prima volta… Ero stato sentito e poi l’abbiamo trovato

Queste parole, pronunciate da Sempio, svelano una discrepanza temporale sul ritrovamento dello scontrino del parcheggio, datato 13 agosto 2007 alle 10:18, elemento chiave per confermare la sua presenza a Vigevano e non a Garlasco la mattina del delitto. Ma c’è un dettaglio inquietante: lo scontrino è stato consegnato ai carabinieri solo il 4 ottobre 2008, oltre un anno dopo il crimine.

Il padre di Sempio afferma di averlo trovato pochi giorni dopo il delitto, mentre puliva l’auto, e di averlo conservato su consiglio della moglie. Tuttavia, questa versione contrasta con quella fornita da Andrea, minando la credibilità dell’alibi. A rendere il quadro ancora più oscuro, il cellulare di Sempio che non aggancia mai la cella di Vigevano tra le 9:10 e le 10:20, orario compatibile con l’omicidio.

Perché lo scontrino del parcheggio potrebbe inchiodare Sempio

Lo scontrino del parcheggio, che doveva scagionare Sempio, si trasforma in un’arma a doppio taglio. La perizia medico-legale ha anticipato l’ora del decesso di Chiara Poggi tra le 9:12 e le 9:35, molto prima della finestra temporale inizialmente stabilita (10:30-12:30).

Sempio ha dichiarato di essere uscito di casa a Garlasco e di essere rientrato verso mezzogiorno. Quando i magistrati gli hanno chiesto perché avesse conservato lo scontrino per oltre un anno, ha risposto che era stato ritrovato dai genitori pochi giorni dopo il delitto. Tuttavia, il padre sostiene di averlo trovato prima delle dichiarazioni rese da Andrea.

Nell’intercettazione, il padre tenta di calmare il figlio:

Va be’ a me sembra la prima però non cambia niente… cosa ti han detto?”. Sempio replica: “Un cazzo, comunque la versione è la stessa”.

Il padre conclude:

“Quand’è che ti hanno mandato a chiamare tre quattro giorni dopo… son passati 10 anni”.

Altri indizi che fanno vacillare l’alibi

Non è solo lo scontrino del parcheggio a far vacillare la posizione di Andrea Sempio. Gli investigatori hanno raccolto altri elementi sospetti, come le telefonate effettuate dall’allora 19enne alla casa dei Poggi nei giorni precedenti al delitto, comprese alcune chiamate notturne.

Sempio ha dichiarato che le telefonate notturne non erano sue, ma di Marco Poggi, fratello di Chiara, a cui aveva prestato il cellulare. Altre chiamate, invece, le ha giustificate come errori di composizione del numero: anziché contattare Marco sul cellulare, avrebbe accidentalmente chiamato la villetta dei Poggi, dove Chiara gli avrebbe detto che il fratello era in vacanza.

Intanto, Sempio si è presentato, accompagnato dal suo avvocato Massimo Lovati, alla caserma dei carabinieri Montebello a Milano per sottoporsi al prelievo coatto del DNA, ordinato dall’autorità giudiziaria. Gli inquirenti intendono confrontare il suo DNA con quello ignoto trovato sotto le unghie della vittima. E questa volta, la verità potrebbe non avere più vie di fuga.

Posted by Achiropita Cicala

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